L'obesità è un gruppo di disturbi metabolici (dove l’indice di massa corporea (BMI) è superiore a 30 kg/m2) causati da molteplici fattori, tra cui: l'ereditarietà, dieta, stile di vita, determinanti sociali, ambiente e agenti infettivi; tutti fattori che possono portare all’aumento del grasso corporeo generando numerosi disturbi metabolici comprese le malattie cardiovascolari con patofisiologia cronica basata sull'infiammazione (Figura 1).

 

Nella maggior parte dei casi di obesità, il fattore causale principale è dato dalla combinazione di due fattori: eccesso di nutrienti e mancanza di attività fisica. Tuttavia, può essere causata anche da ereditarietà, farmaci o malattie mentali e disturbi endocrini. Altri studi hanno dimostrato come tra le cause importanti dell’aumento dell’obesità, ci siano: alterazioni ormonali, sonno inadeguato, variabilità climatica, il fumo, dipendenze, uso di farmaci (ad es. farmaci antipsicotici) e gravidanza in età avanzata.

I due principali ormoni coinvolti nella regolazione dell'alimentazione e nella fame sono la leptina e la grelina. La leptina è un ormone peptidico sintetizzato dagli adipociti, che svolgono un ruolo chiave nella conservazione del grasso nel corpo e regola l'appetito. Quando le riserve di energia sono adeguate, i livelli di leptina sono elevati e questo sopprimerebbe l'ulteriore ingestione di cibo.

La grelina è un altro ormone peptidico sintetizzato dal rivestimento del fondo dello stomaco e dalle Isole di Langerhans del pancreas, che regolano il controllo temporaneo dell'appetito. Questo ormone peptidico gioca una funzione principale nel mantenimento dell'equilibrio energetico e del peso corporeo impedendo l'ingestione di cibo e aumentando il dispendio di energia.

Sebbene sia la leptina sia la grelina sono sintetizzate perifericamente, regolano lo stimolo dell’appetito attraverso l'ipotalamo, che a sua volta regola l'assunzione del fabbisogno alimentare ed energetico. Precisamente, la via pro-opiomelanocortina (POMC) nell'ipotalamo è il circuito principale che stimola la sazietà e inibisce l’appetito. 

Questo circuito ha origine dal nucleo arcuato (ipotalamo laterale e ventromediale), il quale presenta altre due unità neuronali funzionali, vale a dire il neuropeptide Y (NPY) e il peptide agouti-correlato (AgRP), i quali attraverso la stimolazione impotalamica, stimolano l’appetito ed inibiscono la sazietà. Entrambe le unità del nucleo arcuato sono mediate da leptina e grelina che inibiscono il gruppo “NPY/AgRP” mentre stimolano il gruppo POMC e viceversa.

Pertanto, una carenza del segnale leptina causato dalla sua deficienza o resistenza, favorisce l’eccesso di alimentazione causando alcuni tipi di obesità ereditabili e acquisiti (Figura 2).

La presente revisione riassume i principali meccanismi molecolari dell'obesità e come l’assunzione dei funghi del benessere possa rappresentare un’arma efficace per contrastare tutti i disturbi da essa indotti attraverso le loro capacità antiossidanti, antinfiammatorie e di regolazione immunitaria e metabolica.

I funghi sono specie altamente nutritive contenenti enormi quantità di composti bioattivi (polisaccaridi, fibre, terpeni, polifenoli, steroli, flavonoidi ed alcaloidi). Dal punto di vista alimentare essendo ricchi di fibre alimentari, vitamine, proteine, microelementi e poveri di grassi, rappresentano alimenti di elezione soprattutto nella dieta di pazienti affetti da disturbi metabolici (dislipidemia, aterosclerosi, ipertensione, iperglicemia, ecc…). Nei funghi inoltre, non solo si trova un adeguato apporto di acidi grassi polinsaturi, che facilitano la riduzione del colesterolo sierico, ma contengono anche glucani, che formano a livello gastrico soluzioni gelificate viscose che riducono l'assorbimento di trigliceridi e colesterolo dalla dieta.  Gli effetti benefici dei funghi del benessere e dei loro polisaccaridi giocano in primis un ruolo molto importante sul microbiota intestinale il cui squilibrio è altamente associato all'obesità e al diabete. Quest’area di ricerca è attualmente molto ristretta anche se ci sono studi preclinici che hanno già dimostrato come l’estratto di Ganoderma lucidum (Reishi) riduce il sovrappeso modulando proprio il microbiota, attraverso la sua attività di prebiotico. Altri studi hanno dimostrato che le alterazioni del microbiota intestinale, indotte da una dieta ricca di grassi, portano ad una riduzione dei Bacteroides e ad un aumento dei Firmicute, correlati alla regolazione dello stoccaggio del grasso corporeo nonché all’infiammazione e permeabilità intestinale. Il Ganoderma lucidum contrasta l’obesità regolando la composizione del microbiota, la disbiosi e l’infiammazione. Inoltre, questa modulazione del microbiota potrebbe anche aiutare a mantenere l'omeostasi del glucosio e ridurre l'insulino-resistenza spesso correlata.

Recentemente, alcuni studi hanno descritto un’attività ACE-inibitore per i funghi: Pleurotus ostreatus, Auricularia auricula-judae, Ganoderma leucocontextum, Grifola frondosa, Agaricus bisporus e Leucopaxillus tricolor, utili quindi per il controllo dell’ipertensione (Figura 3).
Mentre, altri funghi come: Agaricus blazei (A. subrufescens), P. ostreatus e Auricularia polytricha, hanno evidenziato un’attività ipolipemizzanti come inibitori competitivi dell’HMG-CoA reduttasi, enzima fondamentale nella biosintesi del colesterolo (Figura 4).

 

Ormai numerosi studi preclinici hanno dimostrato che il consumo regolare di funghi, in particolar modo dei funghi del benessere, riduce significativamente: ipertensione, aterosclerosi, dislipidemia, infiammazione e obesità.

Tuttavia, questa pratica dovrebbe essere combinata con un regolare esercizio fisico ed abitudini alimentari e stile di vita più sani.

 


Ganesan K and Xu B, Anti-Obesity Effects of Medicinal and Edible Mushrooms. Molecules. 2018 Nov 5;23(11). pii: E2880. doi: 10.3390/molecules23112880. Review.